Canal Grande Mare forza tre

Venezia ed il suo Canal Grande - Petrarca di tutti i fiumi - soffrono di un nuovo male oscuro. Onde furiose sono sollevate da migliaia di imbarcazioni che percorrono velocemente le vie d'acqua interne incastonate "fra superbi palazzi d'un tempo passà", il bacino di San Marco sul quale la città emerge come favola o perla luminescente da una conchiglia di smeraldo, i canali silenziosi aperti fra barene splendenti d'oro e di violetto. I frangenti tormentano, distruggono l'incantesimo dei marmi policromi, turbano il fascino di una vicenda che ha del prodigioso, dissipano ogni intensa testimonianza di un'antica legge di bellezza. 

Il motore corrompe il libro nel quale possono distinguersi le frasi di una storia millenaria. Ombre e luci sui canali sono dissipati dai frangenti scagliata sciacquare, corrodere, disperdere pietre e memorie di una città "più bella di un'aurora tutta porpora e oro". E' una follia allora se tanta bellezza e verità non vengono protette e congiunte in un precetto morale. 

Questo libro -frutto di un'acerba delusione- e un'accusa rivolta ai mercanti che si accingono a vendere un altro brano del Miracolo.